L’incidente di Rossi continua a fare discutere, almeno nei suoi retroscena. Acclarati i danni ed anche la possibile data di rientro, emergono i primi dettagli su quelli che sono stati i primi momenti che hanno seguito lo scontro di giovedì in cui il “Dottore” ha subìto la rottura di tibia e perone.
Rossi, una corsa contro il tempo
Ad aver prestato i primi soccorsi sarebbe stato un uomo di 70 anni di nome Giorgio, che per fatalità si sarebbe trovato nei pressi della zona laddove il centauro di Tavullia si stava allenando. Ad attirare l’attenzione dell’anziano sono stati alcuni ragazzi della “Accademia” che accompagnavano in quel momento Valentino Rossi. Il pensionato, incuriosito dalla frenesia dei ragazzi, non ha esitato ed ha caricato il nove volte iridato sul suo piccolo fuoristrada. Il racconto di quella giornata è ben rappresentante dell’apprensione vissuta in quei momenti: “Quando l’ho visto l’ho riconosciuto subito – ha ammesso l’uomo – L’ho caricato in macchina e l’ho portato sino a Palazzo Mucci a valle. Lungo il tragitto Valentino si lamentava molto e diceva che secondo lui aveva rotto tibia e perone, mentre io gli dicevo che sarebbe andato tutto bene, che il dolore era solo per la botta.” L’ottimismo dell’uomo è però risultato piuttosto vano, visto che i primi responsi ricevuti presso l’ospedale di Urbino hanno confermato le paure di Rossi.
Un percorso bello e pericoloso
Emergono inoltre altri dettagli sulla strada percorsa da Rossi, conosciuta per la sua durezza: “Oltre che bello questo tracciato è molto impegnativo, sia dal punto fisico sia da quello mentale. Perché richiede tanta concentrazione, sempre, metro dopo metro – spiega a corsedimoto.com un endurista che ha voluto rimanere anonimo – La fatica fisica è notevole, ci sono pietraie, tratti in terra mossa, radici di alberi, fogliame vario e tanto pietrisco. Ecco queste diverse condizioni del fondo, ti tengono sempre in allarme, sempre concentratissimo, perché basta nulla e sei a terra. Per questi motivi devi sempre stare attento ad adattare la guida della moto alle diverse condizioni del terreno, inoltre dopo ogni curva, ogni dosso, devi fare tantissima attenzione perché si possono presentare improvvisamente ostacoli di ogni genere.”