Proprio nel weekend del Gp di San Marino la sua assenza è palpabile. Valentino Rossi, per colpa di un brutto incidente durante un allenamento, non potrà partecipare alla gara di Misano. Un’occasione, suo malgrado, persa che fan e rivali sulla pista fanno difficoltà a digerire. Dopo che in molti hanno commentato l’accaduto, finalmente prende lui parola in un’intervista esclusiva del giornalista Guido Meda per Sky Sport.
Valentino Rossi: tra dolori e speranze
Subito, il paragone con il tremendo infortunio del 2010 sorge spontaneo. “Rispetto a quella del 2010 la frattura è meno brutta – ricorda il “Doc” – ero conciato peggio, questa volta ho trovato un dottore bravo che mi ha operato la stessa notte dell’incidente e ho potuto lavorare subito per la riabilitazione. Sto abbastanza bene, anche se devo ammettere che fa male essere qui e la procedura per tornare a posto è lenta e noiosa, bisogna aspettare che la gamba si sgonfi. Mi sono accorto subito di essermi fatto male, al momento pensavo solo alla gamba, ora mi dispiace per Misano“.
I dettagli dell’incidente
La curiosità poi va al 31 agosto scorso, giorno della frattura di tibia e perone del pilota. “Sono andato a fare un giro con i ragazzi dell’Academy – racconta – un allenamento in enduro che faccio da quando avevo 18 anni e non mi è mai successo niente. Eravamo quasi alla fine, ero sulle pedane in seconda, sono arrivato a uno scalino ma a quel punto mi si è girato lo sterzo a sinistra, ho messo giù la gamba destra e si è rotta. Mancavano 400 metri, eravamo quasi arrivati“. Poi sui tempi di recupero e sulla data ipotetica del rientro: “Nella mia testa ho pensato all’appuntamento di Motegi in programma il 15 ottobre, ma sono previsioni che non contano, bisogna aspettare e valutare bene le condizioni della gamba. Nel 2010 l’incidente mi ha tenuto fuori 40 giorni, facendo i calcoli quindi se dovessi seguire lo stesso iter dovrei rientrare in Giappone. Per la gara del 24 settembre di Aragon sarà difficile, ma ci proviamo“.
Rossi sorride: “Ora mi do alla playstation”
Dopo aver raccontato le sue giornate di fermo obbligatorio (“Guardo la tele, le serie TV… Mi sento un po’ come quando ti sospendono da scuola con l’obbligo di frequenza, non guido la moto ma devo fare tutto il resto, anche le cose noiose…“), il numero 46 scherza sulla sua condizione, come sua consuetudine: “Noi siamo piloti di moto e dobbiamo allenarci così, il problema è che è la seconda volta che mi faccio male anche prima del Mugello. Allora era il cross, che è pericoloso, mentre l’enduro non è nella black list ma alla fine è pericoloso lo stesso… Ora mi allenerò con la playstation“.