Trionfa Max Verstappen in quella che, senza alcun briciolo di dubbio, è la corsa più entusiasmante della stagione fin qui compiuta. Nel Gran Premio d’Austria, appuntamento di casa, la Red Bull centra un successo rincorso ma apparentemente lontano, costruito sul talento del loro beniamino — finalmente protagonista di una gara impeccabile — e della solita monoposto un po’ carente in qualifica ma molto competitiva di domenica. Si mette dietro un redivivo, perentorio, rapace Kimi Raikkonen, all’arrembaggio sin dallo start, e un grandioso Sebastian Vettel, chiamato alla ribalta dopo la retrocessione in sesta posizione in griglia, nel giorno della debacle secolare delle Mercedes.
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— Formula 1 (@F1) 1 luglio 2018
Caos alla partenza
Pronti, via: Kimi ci mette il piede e l’occhio clinico. Scatta dalla terza posizione, vede un buco tra le due Frecce Argento in prima fila e sfruttando la maggior trazione delle sue Ultrasoft ci si infila a mo di pirata. Il campione del mondo 2007 è spregiudicato ma non avventato e lo spunto veloce della sua SF71H taglia fuori Bottas, partito invece al palo. Nella prima curva, in salita a destra, Raikkonen è costretto ad allargarsi oltre il cordolo per riportarsi in scia di Hamilton, portatosi in testa, per poi cercarne l’attacco all’esterno in curva 2. Le gomme sono fredde, il finlandese è costretto al bloccaggio e va lungo, non riuscendo ad arginare il ritorno di Bottas che in curva 3 si riprende la seconda posizione con un meraviglioso doppio sorpasso ai danni del ferrarista e di Verstappen.
Vettel alla frutta
In partenza la paga cara Vettel: scatta bene, troppo bene, un po’ come al Paul Ricard, ma è costretto a sacrificare metri e posizioni per non incappare in contatti fatidici. Al termine del giro uno si ritrova addirittura ottavo ma mentre davanti il suo compagno Raikkonen viene infilato da Verstappen e scivola in quarta piazza, Seb si lancia subito nell’ormai solita operazione recupero. Magnussen e Grosejean cadono come birilli, ma il suo ritmo non sembra essere inizialmente alla portata delle due Mercedes. Hamilton, primo, e Bottas, secondo, sembrano averne molto più dei diretti inseguitori.
Fuori uno, Bottas
Al giro 14 la prima vena di Toto Wolff parte. Valtteri Bottas è costretto al ritiro per un guasto tecnico: i commissari introducono il regime di Virtual Safety Car. Ne approfittano Red Bull e Ferrari che richiamano immediatamente i loro piloti al pit-stop con un certo anticipo rispetto alla tabella di marcia, la Mercedes invece non pitta e qui, praticamente, getta al vento una vittoria facile di Hamilton che conduceva con più di 4″ di vantaggio. Rientrati in normale stato di corsa Raikkonen esita in due curve e Ricciardo è bravo ad approfittarne prendendosi la terza piazza. Quando Hamilton è finalmente indotto a fermarsi ai box, in testa c’è il tandem Red Bull Verstappen-Ricciardo.
Vettel in ripresa
Hamilton rientra tra le Ferrari: dietro Raikkonen ma davanti a Vettel. Ricciardo accusa pesanti problemi di blistering ed è costretto a perdere ritmo, Raikkonen si rifà sotto e grazie al DRS può allungare su di un Hamilton che si faceva vedere con più insistenza nei suoi specchietti. A metà gara però l’impresa la fa Vettel che ritorna sotto la Mercedes e se ne fa beffa con un sorpasso pulito, strepitoso, adrenalinico in curva 2, tagliando sull’interno durante l’ultimo millesimo disponibile di staccata. Kimi a quel punto infila Ricciardo, il quale prima ritorna ai box per sostituire le gomme esauste e poi, braccato da Hamilton, viene messo KO da un problema alla power unit.
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Fuori due, Hamilton
La stessa sorte che da lì a qualche giro, precisamente tornata numero 64, abbraccerà anche il campione del mondo in carica. Lewis si ferma una seconda volta, monta Supersoft e mette per una dozzina di giri la sua Mercedes sotto sforzo per agguantare Vettel: inizialmente molla un po’ l’inseguimento, poi viene letteralmente lasciato a piedi. Era del 1955 che la casa di Stoccarda non collezionava un doppio zero per problema tecnico. Verstappen davanti può gestire un vantaggio solido, resistendo all’attacco finale dei due ferraristi, che alla bandiera a scacchi risulteranno non più distanti di 1″8. Ordine di arrivo: Verstappen, Raikkonen, Vettel, Grosejean, Magnussen, Ocon, Perez, Alonso (che partiva dalla pit lane), Leclerc, Ericcson. Con questi risultati Vettel ritorna in testa al mondiale, a +1 su Hamilton e +45 su Raikkonen.