Ad una settimana esatta di distanza da una apparentemente simile faccenda — con due ruote in meno, però — anche la Formula Uno deve affrontare le sue bufere mediatiche. Una bufera che, però, non c’è, stando alle reazioni dei diretti interessati. Non perlomeno apertamente. Riepilogando: a 12 giri dalla fine Verstappen ha cercato un sorpasso spregiudicato ai danni di Vettel, da cui è scaturito un contatto che ha portato entrambe le vetture in testa-coda. Il pilota della Red Bull è stato sanzionato per la collisione di 10″, afflitti sul tempo finale, ma la gara del ferrarista è stata indiscutibilmente condizionata, sia per le posizioni perdute che per alcuni danni alla monoposto.
Vettel allontana il fumo
Ma Seb, nonostante l’amaro in bocca per una buona prestazione andata in fumo, non ha biasimato Verstappen. “Le gare sono così. Sono cose che succedono, è stato negativo per entrambi. Non c’è molto da aggiungere. Ho perso bilanciamento con tantissimo sovrasterzo, era difficile stare in pista, cercavo solo di sopravvivere“, ha ribadito il tedesco, che poi conclude: “Le gare a volte ti fanno un favore, altre volte vanno storte“. C’è però da evidenziare che, a discapito di quanto l’impressione possa suggerire, l’errore del belga è stato sì notevole, ma non così plateale. Max ha meno responsabilità di quanto sembri. Ha tentato l’attacco solo perchè Vettel era andato largo, ed era giusto provarci: non gli è andata bene siccome la Ferrari aveva finito l’asfalto disponibile. La SF71H ha dovuto chiudere la linea, Verstappen non ha frenato in tempo.
“Inizio da schifo”
Il mea culpa del “ragazzo” non è tardato ad arrivare, ed è forse questo il motivo per la quale la reazione del ferrarista è stata pacata e diplomatica. “Avrei potuto aspettare un pochino di più — commenta Max — chiaramente dopo è facile dirlo, ho bloccato le posteriori ma non volevo colpirlo. Ho già chiesto scusa a Seb ma purtroppo non posso cambiare la situazione. Un inizio da schifo, tante cose sono andate storte e sicuramente non è quello che volevo. Mi criticheranno? Tutti hanno la propria opinione, nemmeno io sono contento di me stesso, cercherò di fare meglio dalla prossima”. Ciò di cui si può incolpare Verstappen è sicuramente una cosa: colpe o meno, responsabilità o libertà, fa troppi danni. Se ne parla sempre più in negativo che in positivo (a buon ragione, considerando che nelle ultime 20 gare ha collezionato 7 ritiri) e il suo stile di guida, aggressivo a dir poco, è divenuto un grande difetto anziché il miglior pregio. Il limite tra l’incosciente ed il campione è labile, Verstappen ci balla attorno.
Stalle e stelle a Milton Keynes
La strabiliante vittoria di Daniel Ricciardo è una iniezione di fiducia per il team, protagonista concreto del successo con una tattica chiurgicamente calzante. Aria buona per una Red Bull che in questo 2018 aveva raccolto poco e niente. “La mia vittoria più dolce? Non lo so. Ma quando vinco io non sono mai gare noiose. Sono sempre piuttosto divertenti“. L’istrionico Daniel rivela poi di come fosse il primo ad essere incredulo del risultato: “È stata una vittoria totalmente inattesa, 24 ore fa pensavo addirittura di dover partire dal fondo della griglia“, alludendo ai guai al motore che lo avevano rallentato in qualifica. Difficile dirlo, ma una Red Bull così, ad averci più costanza e concretezza, potrebbe davvero puntare in alto.