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Villeneuve, Jacques ricorda papà Gilles: “Lo vedevo più un pilota che un papà”

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Sono ancora in tantissimi a ricordare con particolare affetto Gilles Villeneuve, mitico pilota per cinque stagioni al volante della Ferrari. Pur non avendo mai conquistato un titolo, è sempre stato uno dei più apprezzati per uno stile di guida combattivo, ma allo stesso tempo leale. Il figlio Jacques ne ha poi seguito le orme ed è riuscito a entrare di diritto nella storia del Circus: nel 1997 è stato infatti il primo, e tuttora unico, pilota canadese a diventare campione del mondo in Formula Uno. Il rapporto tra i due, però, come per molti altri padri e figli, è stato spesso caratterizzato da alti e bassi.

Un rapporto controverso

Quando un figlio decide di provare a raccogliere l’eredità di un papà dalla carriera importante il confronto diventa inevitabile. Riuscire ad avere le spalle grosse per sopportare le critiche è quindi fondamentale. Ne sa qualcosa anche Jacques Villeneuve, che ha saputo fare meglio di papà Gilles conquistando un titolo di campione del mondo.

Il rapporto tra i due, però, non è stato sempre facile. A raccontarlo è proprio lo stesso ex pilota canadese: “Non ricordo di avergli mai parlato di voler fare il pilota(quando Gilles morì, quel tremendo 8 maggio 1982, Jacques aveva solo 11 anni, ndr) Non ho molte immagini di lui in realtà, ricordo solo che voleva che suo figlio, io, facessi il pilota… e mi vengono a mente un sacco di cose ‘pazze’ che ha fatto come il 4×4 o con l’elicottero – ha detto ai microfoni del sito ufficiale della Formula Uno – Non ci ho gareggiato con gli sci, perché in realtà negli ultimi due anni della sua vita non era molto presente, io ero stato mandato in un’altra famiglia e l’atmosfera a casa non era delle migliori… non come era stata descritta, ho l’immagine di lui come di un pilota e non di un padre. Le immagini di me con lui e mia madre sono dei primi anni”.

Nonostante tutto, tra i due non mancano affinità: “Credo di avere dei tratti caratteriali simili a mio padre, ma non so bene come. Da lui ho appreso il rispetto per i rischi e per gli altri piloti… una cosa che era ben presente in lui ma non ricordo come sia giunta a me, se attraverso mia madre o da lui direttamente – ha aggiunto il canadese – e c’era sempre la sensazione che dovessi spingere oltre i limiti e prendermi dei rischi, non perché farlo permetta di andare più veloce ma per far vedere che lo puoi fare e gli altri no. Credo di averlo imparato da lui crescendo…”.

Un addio non previsto

Jacques ha parlato anche del momento in cui è arrivato ad appendere il casco al chiodo. Il tutto è avvenuto in modo inaspettato anche per lui: “Pensavo che sarei rimasto più a lungo in Formula 1, non è stata una scelta mia quella di fermarmi, ma una volta successo, l’idea era di correre in Nascar, pensavo di avere opportunità che non ci sono state. Ho sempre pensato alle corse, sin da quando avevo cinque anni giocavo da mattina a sera con le ‘Hot Wheels’, ed anche se poi sono stato impegnato nello sci, non volevo rovinarmi l’adolescenza per farlo perché sapevo che avrei corso con le auto, anche se dei kart, da piccolo, non ne sapevo nulla“.

Già nel 2017, in occasione della mostra a Milano dedicata al “Canadese Volante”, Jacques aveva commentato: “Non mi piace guardare al passato, sono proiettato nel futuro. Mi fa piacere che l’abbiano fatta, sono felice se tanti tifosi andranno a vederla e a ricordare mio padre, Gilles. Ecco, per tanti una leggenda e un eroe, per me solo mio padre, uno che quando feci tardi a scuola venne a prendermi e si arrabbiò con gli insegnanti: sa, dovevamo andare a una gara”.

Foto in alto Jacques Villeneuve, fonte: Wikipedia, immagine modificata, autore Legends of Motorsports