Manca ormai sempre mano alla partenza della nuova stagione di MotoGp e, come spesso capita in questo periodo, sono numerosi i proclami lanciati da team e i piloti. A partire con i favori del pronostico sarà ovviamente il campione del mondo Marc Marquez, ma saranno in tanti a fare il possibile per metterlo in difficoltà. Tra le scuderie desiderose di riscatto c’è certamente la Yamaha, che ha provato a migliorare la moto 2017, non sempre affidabile. Determinante l’apporto dato da Valentino Rossi nella fase di progettazione.
Un grande desiderio di riscatto
Il 2017 era iniziato in modo più che positivo in casa Yamaha con Valentino Rossi che sembrava credere davvero alla possibilità di centrare il decimo titolo della sua carriera. Alcuni problemi con la moto e altri intoppi fisici gli hanno però impedito di esserlo fino in fondo. Anche il compagno di squadra, Maverick Viñales, nonostante la poca esperienza, era riuscito a stupire tutti in positivo.
I risultati finali hanno però parlato chiaro: il team giapponese non è mai andato così male negli ultimi dieci anni come nell’annata da poco passata. Anche i test di Sepang hanno messo in evidenza un esito altalenante: i segnali positivi nei primi due giorni hanno poi lasciato spazio a problemi nati con la crescita della temperatura. La scelta di tornare al telaio 2016, fortemente voluta da Valentino Rossi, è stata quindi inevitabile, anche se questo potrebbe non bastare.
Un supporto importante
Anche nella nuova stagione la Yamaha ha deciso di puntare su un mix tra l’esperienza di Rossi e la spregiudicatezza tipica di un giovane come Viñales.
Il supporto del pesarese, grazie agli oltre vent’anni trascorsi nei circuiti di tutto il mondo, è però decisamente più importante per il team rispetto a quello che può dare il compagno di squadra. A confermarlo è il team principal Massimo Meregalli: “Il giudizio di Vale ha più importanza di quello di Maverick, questo è normale – ha detto ai microfoni di Motorsport.com -. Rossi ha 39 anni e Vinales 23. Maverick deve imparare da questo e trarne beneficio. È vero che ogni pilota ha un suo stile di guida e ha bisogno di alcune cose specifiche, ma la nostra moto può essere guidata in un solo modo e, se la base è buona, saranno felici entrambi“.