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Autovelox: 2 sentenze chiariscono la questione relativa alla segnaletica

Dito medio per 125 volte all'autovelox: multa e patente sospesa

Il mancato rispetto del limite di velocità continua a essere una delle cause principali delle multe subite dagli automobilisti. Ed è proprio per sorprendere i più indisciplinati, ma anche per rendere più sicure le nostre strade, che troviamo sempre più frequente la presenza degli autovelox, i dispositivi che sono in grado di rilevare se il comportamento tenuto da chi è al volante non sia stato del tutto rispettoso del Codice della Strada.

Non mancano comunque i ricorsi da parte di chi ritiene di avere subito un’ingiustizia. A fare chiarezza in merito ora è una recente sentenza della Corte di Cassazione: la sanzione è legittima anche se è esposto un solo cartello fisso. Diverso è invece il caso evidenziato dallo Sportello dei Diritti che ha commentato un’altra sentenza della Suprema Corte che mette in chiaro “deve essere annullato il verbale e nessun punto va decurtato dalla patente di guida per eccesso di velocità se l’autovelox fisso è installato nell’altro senso di marcia“.

Autovelox e cartello fisso

A fare da deterrente nei confronti di chi preme troppo il pedale dell’acceleratore c’è certamente l’autovelox, che possiamo ritrovare sia nei centri abitati sia nelle strade extraurbane e in autostrada. La presenza di questo genere di strumento è però spesso fonte di discussione soprattutto quando la sua presenza non viene anticipata da un opportuno cartello.

Ogni possibile fraintendimento in merito è però chiarito da una sentenza della Corte di Cassazione, destinata quindi a fare giurisprudenza: in caso di controlli mobili della velocità effettuati con sistemi Autovelox su tratti stradali con cartelli fissi di controllo radar non è necessario che le pattuglie espongano un cartello di avvertimento prima della vettura. La precisazione arriva dopo un ricorso presentato da un’automobilista di Cagliari, che aveva richiesto l’annullamento della multa dopo essere stato multato da una pattuglia che non aveva esposto il cartello prima del controllo effettuato con apparecchiatura mobile.

Due sentenze destinate a lasciare il segno

La sezione VI Civile ha sottolineato come sia “sufficiente la segnalazione della postazione di controllo della velocità eseguita mediante segnaletica fissa”.

Il parere espresso dai giudici, insomma, non sembra lasciare dubbi. “Nessuna disposizione impone che la postazione mobile di rilevamento della velocità debba obbligatoriamente essere preannunciata dall’apposizione di cartelli mobile” – si legge. La motivazione della decisione appare chiara: “La funzione di avviso dell’utenza circa la possibilità di subire un accertamento della velocità di marcia mediante apparecchiature elettroniche su un determinato tratto di strada è infatti adeguatamente assicurata da qualsiasi cartello di avviso, indipendentemente dalla sua natura (fissa o mobile), e senza che rilevi in alcun modo il tipo di postazione di controllo (permanente o temporanea)”.

Oltre a questa sentenza, ce n’è un’altra destinata a lasciare il segno. Come riporta lo Sportello dei Diritti, la Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso del Comune di Macchia d’Isernia con la sentenza n. 31411, affermando che l’autovelox “posto sul lato destro della careggiata nella direzione di marcia Isernia – Venafro non era idoneo a rilevare la velocità degli autoveicoli che percorrevano l’altro senso di marcia“, come invece è accaduto, illegittimamente. L’autovelox avrebbe potuto rilevare le infrazioni solo in un senso e non in entrambi, come è successo, a meno che non fosse corredato “da ogni elemento di identificazione e preventivamente segnalato, con appositi cartelli, opportunamente collocati nello stesso senso di marcia“.

 

Foto: Pixabay