In Formula 1 è avvenuto qualcosa di molto spiacevole nelle ultime ore; la commissaria F1 Silvia Bellot è stata vittima di cyberbullismo e bersaglio di minacce di morte per aver dato, insieme a Enrique Bernoldi, Garry Connelly e Dennis Dean, una penalità ad Alonso per la sua condotta ad Austin. Sia il pilota spagnolo che la FIA sono intervenuti a difesa della commissaria.
Commissaria F1 vittima di cyberbullismo: ecco cosa è successo
Silvia Bellot, primo commissario donna in F1 che vanta una notevole esperienza nel settore, ha assegnato una penalità ad Alonso nel GP disputato ad Austin. Questa decisione, poi annullata dalla Federazione Internazionale, che ha accolto il ricorso di Alpine, ha generato una valanga di odio sui social.
La commisaria F1 è stata ricoperta di insulti e commenti violenti e sessisti sui social, oltre a delle vere e proprie minacce di morte. Un episodio di cyberbullismo in piena regola che ha radici in alcune convinzioni dei tifosi. Alcuni di loro, infatti, sono convinti che la penalità assegnata da Silvia Bellot ad Alonso sia dovuta a una antica antipatia della commissaria nei confronti del pilota spagnolo.
Commissaria F1 riceve minacce di morte: intervengono Alonso e la FIA
Dopo lo spiacevole episodio di cyberbullismo ai danni della commissaria F1, interviene lo stesso Alonso. Il pilota spagnolo, come riporta FanPage, dichiara: “Condanno energicamente i recenti abusi online che ha ricevuto il Commissario FIA, Silvia Bellot. Questo tipo di comportamento è inaccettabile nello sport, quanto nella società. E ancor più se rivolto verso volontari e funzionari del nostro sport. Continuerò ad appoggiare la FIA e la F1 nei loro sforzi nel seguire la direzione corretta. Mi rivolgo a tutti per fare la stessa cosa“.
Dopo Alonso, interviene anche la FIA : “Recentemente una delle commissarie di gara della FIA, Silvia Bellot, è stata oggetto di minacce di morte. È assolutamente deplorevole che una volontaria come Silvia o uno qualsiasi dei nostri commissari e ufficiali di gara, che offrono il loro tempo libero per permetterci di gareggiare, sia oggetto di un tale odio.” E ancora: “Negli ultimi anni, infatti, anche alcuni membri del personale della FIA sono stati oggetto di molestie e messaggi di odio. È assolutamente inaccettabile che i nostri volontari, funzionari e dipendenti siano sottoposti a questi abusi estremi. Non c’è posto per questo nel nostro sport. Ha un effetto devastante sulla nostra salute mentale e su quella dei nostri cari. Io difenderò sempre il mio staff e i miei volontari. E sia chiaro: senza queste persone non ci sarebbero gare“.
La FIA conclude: “Dobbiamo chiederci: chi vorrebbe diventare un funzionario di alto livello in questo ambiente? La realtà è ovvia: se si continua così, questo trend distruggerà il nostro sport. In qualità di arbitro e di Presidente vi aspettate ovviamente che le persone non siano d’accordo con le decisioni che prendete. Ma dovreste aspettarvi che tali opinioni e commenti siano rispettosi. Questo è sempre più raro. Solo attraverso un approccio collaborativo riusciremo a combattere con successo questa piaga del nostro sport“.
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