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Coronavirus: 7 team inglesi produrranno respiratori

Coronavirus: 7 team inglesi produrranno respiratori

La crisi sanitaria determinata dal diffondersi del Coronavirus non ha più frontiere ormai. Ogni governo deve fare il possibile per sostenere la sanità al fine di assicurare un miglior supporto ai contagiati, soprattutto i casi più gravi che presentano complicanze respiratorie. Il mondo della Formula 1 sta facendo il possibile per dare una mano. Qualche giorno fa è arrivata la notizia della collaborazione tra FCA e Ferrari con Siare per la produzione di respiratori. In seguito l’annuncio di Mike Manley che FCA produrrà mascherine. Ora anche Mercedes, insieme ad altri 6 team inglesi, si sono impegnati nella produzione di dispositivi CPAP nell’ambito del Progetto Pitlane.

1000 ventilatori al giorno

Mercedes ha lavorato a stretto contatto con un team dell’University College London (UCL) e dell’University College London Hospital (UCLH) per sviluppare un dispositivo di ventilazione chiamato CPAP. Questo dispositivo riesce a colmare il divario, in termini di efficacia, che esiste tra una semplice maschera d’ossigeno e la ventilazione completa. Può infatti erogare una pressione positiva continua nelle vie aeree in grado di soddisfare il fabbisogno di ossigeno, senza essere invasivo per il paziente.

Già 100 dispositivi sono stati consegnati all’UCLH per i test clinici. Al più presto le strutture ospedaliere del Regno Unito riceveranno questi macchinari. Il “Progetto Pitlane” è quindi realmente in atto ormai. Mercedes, insieme ad altri 6 team inglesi, si impegnano a produrre fino a 1000 ventilatori al giorno.

Le dichiarazioni

Il professor Mervyn Singer, consulente di terapia intensiva dell’UCL, ha dichiarato per The telegraph: Questi dispositivi aiuteranno a salvare vite umane garantendo che i ventilatori, una risorsa limitata, vengano utilizzati solo per i malati più gravi”. E continua: “Mentre saranno testati prima all’UCLH, speriamo che possano fare davvero la differenza per gli ospedali in tutto il Regno Unito, riducendo la domanda di personale e letti di terapia intensiva, nonché aiutando i pazienti a riprendersi senza la necessità di una ventilazione più invasiva”.

Il professor David Lomas, vicepresidente per la salute presso la UCL, ha aggiunto: È semplicemente un risultato incredibile essere passati dal primo incontro, all’approvazione del regolatore in soli 10 giorni. Mostra che cosa si può fare quando università, industria e ospedale uniscono le forze per il bene nazionale”.

Foto in alto: Pixabay