Mauro Forghieri si è spento il 2 novembre 2022 all’età di 87 anni, dopo una luna carriera devota al Motorsport. Progettista e tecnico della Ferrari, ha dimostrato lungimiranza, professionalità e ingegno. Ha lavorato per molti anni in Ferrari ai tempi d’oro di Lauda e con lui la scuderia ottenne 54 gran premi iridati, 4 titoli mondiali piloti e 7 titoli costruttori.
Mauro Forghieri: chi era “La furia” di Maranello
Mauro Forghieri è entrato in Ferrari da giovanissimo, a soli 27 anni e appena laureato, come capo del Reparto Corse di Maranello. Una scelta che con il tempo si è dimostrata quella giusta; a partire dai primi anni Sessanta Forghieri è diventato responsabile del Reparto tecnico per le vetture in F1. Grazie a lui, che ha sempre lavorato a stretto contatto con Enzo Ferrari, la scuderia di Maranello ha ottenuto 4 titoli mondiali piloti e 7 titoli costruttori.
Negli anni d’oro di Lauda “La furia”, soprannominato così dai suoi colleghi, ha portato la squadra a toccare le vette più alte del successo. Un ingegnere che non lasciava mai il lavoro prima degli altri, e non prima che fosse tutto perfetto e organizzato in modo meticoloso. Dopo Ferrari, Mauro Forghieri ha lavorato per Lamborghini e Bugatti, sempre con la sua grande professionalità e l’innovazione che l’ha contraddistinto per tutta la sua vita.
Il ricordo di Mauro Forghieri: addio al progettista della Ferrari
A ricordare Mauro Forghieri ci ha pensato Gazzetta, riportando alcuni spezzoni di dichiarazioni dell’ingegnere e “padre” della Ferrari. Implacabile nel suo lavoro, ma dolce e altruista nella sfera privata, Forghieri diceva: “Le corse non sono solo un insuperabile banco di prova tecnico e una straordinaria vetrina per l’immagine aziendale, ma sono soprattutto una scuola di vita, professionale e umana: quando non c’è agonismo ci si adagia“.
Non si è mai adagiato, il grande tecnico della scuderia di Maranello, e ha sempre avuto uno stretto legame di stima reciproca con Enzo Ferrari: “Io gli sono rimasto vicino come gli sono rimasti vicini quelli che hanno saputo dirgli di no. A Ferrari è impossibile raccontargli storie. Io l’ho fatto urlare, non l’ho mai blandito. Non l’ho mai chiamato ingegnere perché non lo era. L’ho sempre chiamato commendatore. La sua stima per me è stata tutto, in quegli anni di duro lavoro, di grandi soddisfazioni, di trionfi che sono nell’albo d’oro dello sport mondiale e vanno oltre i confini dello sport“. Ciao Mauro, grazie di tutto!
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