Ricevere una multa non è mai positivo per ogni automobilista, ma non tutto è perduto. Chi non ha ancora saldato l’importo previsto per la sanzione e il bollo auto arretrati potrebbe infatti rientrare nella sanatoria cartelle decisa in seguito alla chiusura di Equitalia. Il decreto fiscale convertito in legge n. 225/2016 (pubblicata in GU n. 282/2016) può infatti essere davvero provvidenziale per molti italiani.
Sanatoria cartelle: conseguenze per bolli e multe non pagate
Nella sanatoria cartelle rientrano i bolli auto pendenti su tutto il territorio nazionale. Un vantaggio non da poco visto che si tratta di una tassa a competenza regionale. Questo accade perché l’imposta è di tipo erariale. È fondamentale ricordare però che nel processo di rottamazione sono coinvolti solo le sanzioni e gli interessi di mora. L’automobilista dovrà quindi saldare gli importi previsti per gli interessi affidati ad Equitalia, il costo di notifica della cartella di pagamento e l’aggio sulle somme da versare.
La rottamazione delle multe avviene invece in modo parziale. Si tratta infatti di sanzioni e questo comporta l’abbuono solo degli interessi comprensivi delle maggiorazioni applicate ai sensi dell’articolo 27 della legge numero 689/1981.
Sanatoria cartelle: chi può aderire
In quali casi è possibile usufruire di questa importante agevolazione? Rientrano nella sanatoria cartelle tutte le multe e i bolli auto la cui riscossione è partita entro la fine del 2016. Non sono esclusi nemmeno quelli che aveva iniziato a gestire Equitalia. Spetta quindi all’incaricato che si deve occupare di riscuotere il debito informare la persona coinvolta della possibilità di aderire alla sanatoria.
Ogni automobilista deve presentare domanda di adesione entro il 31 marzo 2017. È sufficiente accedere al sito di Equitalia, ricercare il modulo specifico e scaricarlo. Effettuata la richiesta, l’agente della riscossione entrerà in contatto direttamente con l’utente per comunicargli le modalità con cui saldare il proprio debito. Le rate da pagare possono essere al massimo cinque, ma con l’unico vincolo di dover pagare almeno il 70% dell’importo entro la fine dell’anno in corso.
Rispettare le scadenze stabilite per il pagamento è fondamentale. Già al primo ritardo, infatti, la sanatoria decade e non è più possibile avvalersi dell’agevolazione.