Quali sono le strade più pericolose? Il triste primato delle autostrade urbane

Quali sono le strade più pericolose? Il triste primato delle autostrade urbane

Un recente studio realizzato da Aci dal titolo “Localizzazione degli incidenti stradali 2018” si è occupato di stilare una mappa relativa alle strade più pericolose della nostra Penisola a causa del gran numero di sinistri che vi verificano ogni anno. Lo studio rivela che il primato di pericolosità è attribuibile alle autostrade urbane, mentre il rischio maggiore è quello corso da ciclisti e motociclisti.

Viaggi in autostrada? Massima attenzione

L’autostrada è una delle zone che spesso incute maggiore timore in chi ha poca esperienza alla guida soprattutto per la presenza di tir e mezzi pesanti che transitano. Avere la massima attenzione al volante potrebbe però non bastare per evitare un incidente. A dimostrarlo è un recente studio realizzato da Aci, che mette in evidenza quanto le autostrade urbane possano rivelarsi insidiose. In questo tipo di strade si registra infatti la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi.

La penetrazione urbana della A24 (12,9 incidenti/km), il Raccordo di Reggio Calabria (12,5 incidenti/km) e la Tangenziale Nord di Milano (nel tratto in provincia di Monza 10,3 incidenti/km) sono quelle in cui si è verificato il maggior numero di incidenti. Per la rete autostradale, invece, la media nazionale è di 1,3 incidenti/km.

Le insidie del venerdì

Per la maggior parte dei lavoratori il venerdì è uno dei giorni preferiti proprio perché rappresenta la conclusione della settimana lavorativa prima di dare spazio al riposo del weekend. Ben diverso però è quanto accade sulle strade italiane. Il venerdì infatti è il giorno in cui si verificano più incidenti (il 15,4%), dalle 18 alle 20 le ore più critiche, giugno e luglio i mesi con la maggiore incidentalità.

Nel 2018 sono stati ben 37.228 gli incidenti (1.166 mortali), un numero certamente non basso ma che dimostra una certa stabilità rispetto al passato. Le conseguenze generate dai sinistri sono state però più gravi: è cresciuto il numero di morti (a incidente è l’incidente del ponte Morandi).

Sulle strade extraurbane si registra un incremento dei sinistri, ma fortunatamente almeno in questo ambito senza un aumento delle vittime (+4% e -0,7%). Nei centri abitati diminuiscono sia incidenti che morti (-2,7% e -4,2%), soprattutto nei piccoli centri attraversati da strade extraurbane.

Per le strade extraurbane, dove la media nazionale è di 0,6 incidenti/km, il triste primato spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Monza e della Brianza (9,8 incidenti/km) e in provincia di Milano (7,6 incidenti/km) e alla SS131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari (8,6 incidenti/km).

Ciclisti e motociclisti a rischio

L’indagine conferma inoltre un trend di cui si sente parlare frequentemente, ovvero i pericoli che corrono ciclisti e motociclisti, compreso chi utilizza questi mezzi anche solo per divertirsi nel tempo libero.

Analizzando le vittime dell’anno passato, i ciclisti sono il 17,8% e “dueruotisti” il 34,8%. I veicoli a due ruote (biciclette comprese), sono coinvolti nel 22% degli incidenti stradali. Sono infatti più di 3,6 i morti ogni 100 mezzi a due ruote, rispetto all’1,3 delle auto.

I maggiori pericoli coinvolgono il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 001 Aurelia in Liguria, la SS 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona, la SS 145 Sorrentina in provincia di Napoli, la SS 114 orientale Sicula in provincia di Messina.

 

Foto: Pixabay