È in atto una vera e propria emergenza cinghiali sulle strade, un fenomeno che non può più essere sottovalutato e che rischia di essere un pericolo in più per gli automobilisti, soprattutto nelle ore notturne. A indicare in maniera chiara la situazione sono i numeri: secondo l’analisi Coldiretti su dati di Aci e Istat nel periodo 2010-2018 si è registrato un incremento pari all’81% di incidenti con morti o feriti causati da animali sulle strade provinciali italiane. Il problema si verifica con incidenze simili anche al di fuori dei nostri confini: in Spagna hanno così deciso di sperimentare un metodo particolare per provare a spingere i cinghiali ad allontanarsi, un fischietto a ultrasuoni montato sui veicoli.
Cinghiali in strada: un fenomeno allarmante
C’è un fattore in più che si deve prendere in considerazione quando si guida una vettura: la possibile presenza di cinghiali che possono comparire improvvisamente sulla strada, fenomeno che sta diventando sempre più diffuso e che richiede una prontezza di riflessi massima per evitare di correre pericoli dalle conseguenze anche gravi.
E la preoccupazione sta diventando sempre più forte. Tre italiani su quattro, secondo l’indagine realizzata recentemente da Coldiretti/Ixè, lo considera un problema da non sottovalutare, ma soprattutto trasversale: la situazione, infatti, coinvolge ogni strada, comprese quelle di montagna.
A mettere in evidenza la gravità del quadro attuale è proprio la Coldiretti: “Il problema – si sottolinea– è che non sempre i cinghiali rimangono sul luogo dell’incidente, visto che l’animale anche ferito si rifugia nella boscaglia o nei prati, oppure succede che lo schianto contro un albero, un cippo chilometrico o lo sbandamento e l’uscita di strada si verificano proprio per evitare l’impatto con l’animale che scappa senza lasciare tracce. All’automobilista, sempre che non debba essere portato in ospedale, non rimane che chiamare il carro attrezzi e rassegnarsi a pagare i danni senza neppure poter denunciare l’accaduto considerata la mancanza di prove“.
Il test in Spagna
Un problema di questo tipo sta coinvolgendo in modo sempre più importante anche altre zone al di fuori dei nostri confini. È il caso della Spagna, dove si è deciso di sperimentare un metodo davvero particolare: un dispositivo ad ultrasuoni – chiamato ‘fischietto anticervo’ – che viene montato sulla parte anteriore del veicolo con l’obiettivo di ridurre le conseguenze generate da possibili incidenti con selvaggina e cinghiali.
L’idea viene dagli Stati Uniti, dove l’invasione di animali selvatici sulla strada è diventata sempre più frequente. I primi risultati appaiono positivi, ma non manca qualche perplessità: resta infatti da capire il rapporto tra la velocità a cui si deve procedere per ottenere l’emissione del suono e il raggio di azione “sonoro” dei dispositivi a ultrasuoni, che hanno una portata di circa 400-450 metri. L’intento appare certamente positivo, ma in base a quanto osservato dagli esperti non si può avere una certezza assoluta sull’allontanamento dell’animale e lo spazio e tempo per una manovra diversiva o una frenata.