Un mito intramontabile che esercita fascino su più generazioni: la Fiat Panda, quella “vera”, è rimasta un’icona dell’automotive Made in Italy, anche oggi che è stata soppiantata da una degna erede (nonché auto più venduta della Penisola). Eppure l’amore per la prima Panda corre ancora nelle vene di nostalgici ed appassionati, che proprio non riescono a fare a meno delle sue forme squadrate, dell’affidabile motore e di quell’abitacolo tanto spartano quanto funzionale. Il senso di bellezza della Panda non può essere trasmesso a voce, lo sanno bene gli oltre 650 possessori che stamani hanno partecipato all’apposito raduno nella città di Pandino, luogo dal più che mai felice toponimo. Possessori, bene specificarlo, provenienti non solo dalla Penisola ma da tutto il mondo.
La carica del “Pandino”
Tra modelli vintage manicalmente curati ad esemplari bizzarri ed elaborati, passando per vetture dalla tinta bizzarra ed altre elegantissime — c’è posto perfino per un’auto delle Poste — i pandisti hanno completamente occupato l’area a loro riservata nel cortile del Castello Visconteo.
Attorno alle 11, dopo le foto e le presentazioni di rito, lo sciame di Panda ha sfilato per le vie della città percorrendo in lungo e in largo il perimetro del paese. Si tratta, comunque, della seconda edizione, che ha raddoppiato i 300 pandisti dello scorso anno.
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