Dopo due i due primi Gran Premi di questa nuova stagione di Formula 1 sono tantissimi gli appassionati che si chiedono come va la Ferrari in questo inizio di stagione e soprattutto cosa possiamo realmente aspettarci in questa lunghissima stagione dalla monoposto di Maranello, in termini di competitività e sviluppo.
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Come va la Ferrari in numeri
Iniziamo col dire che per parlare di un’intera stagione due Gran Premi sono pochissimi e che ovviamente ciascuna scuderia si prenderà queste settimane che ci dividono al prossimo appuntamento per migliorare le proprie vetture e avvicinarle a un livello di competitività adeguato alle aspettative.
È anche necessario però essere pienamente onesti e prendere atto dello strapotere Red Bull in Bahrain e in Arabia Saudita, che è valsa in entrambi i Gran Premi una doppietta che ha lasciato ben poco spazio all’immaginazione e alla speranza dei tifosi degli altri team. Per quanto riguarda il mondiale costruttori la Red Bull domina con 87 punti seguita già a fatica dalla Ferrari con 49, a sua volta abbastanza distante da McLaren con 28 e Mercedes con 26.
La classifica piloti dopo i primi due Gran Premi
Per quanto riguarda la classifica piloti dopo questi primi due gare, e tenendo conto del fatto che Sainz ha potuto correre un solo GP, la Ferrari può ancora esprimere molto, anche se la Red Bull sembra inarrestabile. Ecco l’ordine dei 12 piloti che sono andati a punti nei primi due Gran Premi di Formula 1.
1 Max Verstappen 51
2 Sergio Perez 36
3 Charles Leclerc 28
4 George Russell 18
5 Oscar Piastri 16
6 Carlos Sainz 15
7 Fernando Alonso 12
8 Lando Norris 12
9 Lewis Hamilton 8
10 Oliver Bearman 6
11 Nico Hulkenberg 1
12 Lance Stroll 1
Il divario della classifica costruttori
Differente invece la sensazione che si prova già guardando la classifica costruttori, nella quale la duplice doppietta Red Bull inizia già ad avere tutto un altro peso numerico. Da questa classifica è abbastanza evidente l’eccezionale resa Ferrari rispetto alle altre scuderie, con McLaren migliore di Mercedes, ma anche il divario immenso con Red Bull:
Red Bull 87
Ferrari 49
McLaren 28
Mercedes 26
Aston Martin 13
Haas 1
Le due Ferrari in Bahrain
Durante i test, nei quali si è mostrata assolutamente tra i top team, così come durante il GP del Bahrain a Sakhir, la Ferrari aveva galvanizzato di molto le aspettative di tifosi e addetti ai lavori, riguardo le proprie possibilità di imporsi in pista vicino a una RB20 che tutti si aspettavano quantomeno stabile se non in crescita.
È vero che per Leclerc si era subito presentato un misterioso problema ai freni tanto importante da impedirgli di avere un passo gara all’altezza del compagno di squadra, ma è anche sembrato evidente a tutti che sopra la scuderia di Maranello ci fosse solo la Red Bull e la speranza aveva fatto credere ai più che con qualche accorgimento si sarebbe potuto mettere in discussione il potere della scuderia austriaca.
Leclerc e Bearman in Arabia Saudita
Dopo le qualifiche a Jeddah la Ferrari aveva sperato di contenere Perez con una vettura più resistente, ma questa illusione è svanita abbastanza velocemente durante una gara che, ancora più che in Bahrain, ha reso evidente la supremazia della RedBull.
Perez ha superato Leclerc al giro 4 con il DRS aperto, mentre Leclerc stava ancora cercando di far performare al meglio le gomme di una Ferrari che, in esatta contrapposizione con lo scorso anno, non riesce ancora a scaldare le gomme abbastanza rapidamente, andando a perdere giri preziosi con prestazioni ottimali . Anche dopo il pit stop anticipato al giro 7 per la safety car il problema con le gomme è persistito, relegando il pilota monegasco al puro inseguimento e al terzo gradino del podio.
Le buona notizie durante il GP in Arabia Saudita però non sono mancate, soprattutto per quanto riguarda la prestazione di Oliver Bearman e il suo esordio davvero eccezionale. La Ferrari, a differenza dello scorso anno si è presentata come una macchina semplice da guidare, anche per chi come Bearman, sicuramente pur bravissimo, si è trovato nella necessità di adattarsi a una monoposto nel giro di qualche sessione.
I dettagli tecnici dietro ai risultati della Ferrari SF-24
Lo spostamento del radiatore, della power unit e del cambio sul retrotreno ha certamente migliorato il bilanciamento del peso e gli equilibri aerodinamici della monoposto, con tutta una serie di effetti molto positivi in fase di accelerazione e di passo gara più regolare anche con mescole medie.
La difficoltà maggiore da un punto di vista tecnico è arrivata in questi primi due GP del 2024 da alcuni problemi di trasferimento di energia alle gomme posteriori, principalmente a causa della mancanza di carico aerodinamico sulla SF-24. Il corpo della vettura non genera abbastanza downforce, e per compensare questa deficienza, i tecnici stanno utilizzando un’ala posteriore più carica, nonostante inizialmente avessero programmato di utilizzare un profilo meno resistente a Jeddah, in Arabia Saudita, una pista molto veloce.
Anche le problematiche rilevate da Leclerc sui freni, e assolutamente inedite rispetto ai test effettuati, hanno limitato di molto le prestazioni durante il GP di Sakhir.
La soluzione adottata non è stata testata nemmeno durante le prove libere, e l’obiettivo era coprire le carenze di effetto suolo con un’ala più carica. La power unit 066/10, nonostante il maggiore drag in rettilineo, ha permesso di mantenere una velocità massima competitiva.
La squadra di Maranello sembra non essere stata preparata per affrontare le sfide di Jeddah, e la SF-24 manca di prestazioni per chiudere il gap con le Red Bull. La vettura ha dimostrato limiti prestazionali che potranno essere superati solo con un pacchetto di aggiornamento aerodinamico, non solo attraverso la comprensione della messa a punto della vettura.
Una Ferrari più semplice da quidare
La buona notizia, accentuata in particolar modo dalla prestazione notevole di Oliver Bearman, che ha sostituito Carlos Sainz operato di appendicite, è da attribuirsi agli ingegneri di Enrico Cardile ed è certamente una maggiore facilità di guida della SF-24. Tuttavia, seppur la base della vettura sia solida, non è sufficiente per sfidare le Red Bull.
La Ferrari sarà quindi chiamata a scelte coraggiose e un atteggiamento particolarmente competitivo e probabilmente meno difensivo. In caso contrario l’inseguimento alle Red Bull potrebbe diventare sempre più difficile, fino a diventare impossibile già dopo mezza stagione o meno e trovarsi anche in difficoltà con le altre squadre che certamente faranno tutto il possibile per ridurre il gap con la Ferrari, che comunque al momento non è così grande da sembrare incolmabile.
Quel che è certo è che in Ferrari si è lavorato molto bene per migliorare l’affidabilità in gara, e le prestazioni sui tempi della qualifica. Non ci resta che incrociare le dita e sperare di vedere una monoposto sempre più competitiva e divertente, anche in chiave di un mondiale, che altrimenti rischia di diventare una copia, decisamente poco appassionante, di quello del 2023.